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Prevenzione tumorale e diagnostica precoce

Per prevenzione del tumore della mammella si intende la possibilità di non fare insorgere una determinata malattia.
Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non si è in grado, e nessuno lo è, di non far comparire un cancro della mammella .

Ma con appositi, ben mirati esami si può scoprire la lesione quando è ancora di piccole dimensioni.

Facciamo ora un po’ di chiarezza di termini.

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Per tumore si intende una crescita di tessuto non più controllata dai comuni sistemi biologici.
Crescita che è inarrestabile e senza fine. Può crescere sino a sconvolgere la struttura dell’organo di partenza.

Se il tumore è maligno, nella mammella si chiama carcinoma o cancro, può far partire dal suo nucleo iniziale , cellule che andranno in tutto il corpo, le metastasi. Queste metastasi riprodurranno tessuto tumorale nella sede di arrivo e distruggeranno l’organo colonizzato.

Da qui i gravi danni delle metastasi dei tumori maligni, solo di questi, perché i benigni crescono solo localmente.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Ora dobbiamo sfatare un antico pensiero: avere un carcinoma della mammella vuol dire morire.
Oggi si vive benissimo e con una alta percentuale, che si avvicina ogni anno alla totalità delle donne colpite dalla malattia, si guarisce da questa malattia.

Anni fa la presenza di un cancro della mammella voleva dire andare in contro ad una orribile mutilazione: la mastectomia radicale, ovvero la asportazione di tutta la mammella e dei linfonodi della ascella.
Oggi scoprendo le lesioni quando sono ancora di piccole dimensioni, si garantisce un trattamento assolutamente conservativo, la cosiddetta quadrantectomia e la possibilità di non asportare i linfonodi.
Questo ha spinto le donne a farsi controllare meglio e più spesso per arrivare prima, nella malaugurata situazione di scoprirsi un tumore, della crescita della malattia.

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Quali sono i gruppi a “rischio” per la presenza di un carcinoma della mammella?


Il cancro mammario è una malattia che aumenta, come frequenza , con l’aumentare della età.
Non è vero che la vecchia nonna non possa ammalarsi di questo tumore, anzi più si invecchia più ci si ammala di tumore mammario.
Infatti gli “screening” di massa prendono in considerazione le decadi di età tra i 50 e 70 anni, perché sono le donne , non ancora molto anziane , che si ammalano con più frequenza .

Però negli ultimi anni anche le donne più giovani sono a rischio di ammalarsi di carcinoma mammario.
Nel 2009 in Italia si sono avuti circa 45.000 nuovi casi di cancro mammario. Mentre nelle decadi passate la percentuali di donne al di sotto dei 50 anni era bassissima, attualmente quasi 1/3 delle ammalate sono di età giovane.
In più le donne giovani presentano una struttura mammaria più densa ai raggi x della mammografia, che è il mezzo più impiegato negli screening, per cui le lesioni eventualmente presenti sono di difficile diagnosi quando ancora di piccole dimensioni.
E’ per questa ragione che viene consigliata alle donne di età inferiore a 50 anni, una metodica diagnostica alternativa alla mammografia.


La ecografia quindi viene ad essere un valido strumento diagnostico impiegando oltretutto ultrasuoni al posto dei raggi x della mammografia. 

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